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01/02/2012

Fotovoltaico agricolo: la posizione di Confagricoltura

Anche Confagricoltura Emilia Romagna prende posizione contro l'art. 65 del DL Liberalizzazioni che, se non venisse modificato, toglierebbe la possibilità alle piccole aziende agricole di utilizzare energia pulita e autoprodotta per svolgere la propria attività.

Riportiamo qui di seguito il testo del comunicato stampa lanciato il 30 gennaio dall'Associazione. Lo stesso comunicato è scaricabile cliccando questo link.

 

Roma, 30 gennaio - Anche gli agricoltori (per lo meno una parte) prendono posizione contro l’art. 65 del DL Liberalizzazioni che ha introdotto lo stop al fotovoltaico nelle aree agricole.

Confagricoltura Emilia Romagna parla in una nota di “luci e ombre”. Se da una parte viene valutata positivamente l’equiparazione degli impianti su serra a quelli su edifici, l’Associazione critica apertamente il blocco agli impianti di piccole dimensioni e quello retroattivo per i grandi parchi sopra 1 MW, che erano fatti salvi dalla precedente normativa purché in funzione entro il marzo 2012.

“Perché – sottolinea il presidente Guglielmo Garagnani- aziende agricole che hanno bisogno di molta energia come stalle, caseifici, cantine e simili sono obbligate ad acquistare energia prodotta da turbogas o carbone quando potrebbero auto produrla in loco? Si genera con questo limite così un doppio danno da una parte si incrementa l’inquinamento atmosferico e dall’altro si fa venire meno non solo un’importante possibilità di diversificazione dei redditi per le aziende ma soprattutto si propaga all’infinito il concetto di dipendenza energetica obbligata per le nostre aziende” Inoltre, sottolinea una nota, il testo prevede “disposizioni retroattive che ledono gravemente i diritti di coloro i quali, in buona fede, hanno iniziato a realizzare impianti, ispirandosi alla normativa vigente da solo 10 mesi e con notevole impiego di risorse economiche”.

Il fronte degli agricoltori non appare però compatto. Lo scorso 22 gennaio Coldiretti aveva accolto con favore e senza riserve lo stop al FV a terra nelle aree agricole, sebbene allora non fosse ancora nota la nuova formulazione dell’art. 65, che comunque risulta più rigida della precedente.

Lo stop ai piccoli impianti è stato criticato anche da Legambiente, che paventa il taglio all'integrazione di reddito derivante dai pannelli per gli agricoltori. Sulle serre, invece, le rimostranze degli ambientalisti vanno in senso opposto: l'aumento degli incentivi, sottolineano, “rischia di diventare un volano per le speculazioni”.

Su questo, peraltro, il ministro delle Politiche agricole, Mario Catania, ha tranquillizzato: “Staremo attentissimi a che siano evitate speculazioni di qualsiasi tipo, gli incentivi andranno solo a serre vere con fotovoltaico”, ha detto a margine dell'incontro con l'omologo francese Bruno Le Mairie.