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08/07/2011

Fotovoltaico: c’è un’Italia che cresce nel sole

I settori delle energie rinnovabili, e in particolare del fotovoltaico, sembrano non risentire della crisi economica in corso. Anzi segnalano tassi di crescita in vertiginoso aumento che inducono all’ottimismo. Un’affermazione così insolita di questi tempi merita di essere circostanziata.

Il ricorso a numeri e statistiche, spesso eloquente, in questo caso è anche sorprendente e fa giustizia di alcuni vecchi luoghi comuni. Esaminiamo il caso del mercato energetico italiano. Quali sono state le tendenze che hanno caratterizzato il decennio 2000-2010?

Facciamo riferimento ai dati ufficiali del Ministero dello Sviluppo Economico proposti nei documenti annuali del Bilancio energetico nazionale. Il consumo di energia primaria è cresciuto moderatamente nei primi cinque anni del decennio, in media dell’1,2% circa, fino a raggiungere nel 2005 i 197,78 Mtep, per poi prendere a diminuire inizialmente a tassi modesti e nel 2009 in modo più marcato (-5,7% annuale) a causa della crisi.

L’analisi dei consumi delle diverse fonti non rinnovabili di energia primaria propone grosso modo lo stesso andamento, con deviazioni per fonte che corrispondono a fattori caratteristici di ognuna: il carbone ha fatto registrare il calo più consistente nel 2009 (-21,9% con 13,1 Mtep); il gas un decremento più contenuto nello stesso anno (-8,1% con 63,90 Mtep) e nel decennio un profilo conforme a quello dell’energia primaria complessiva ma improntato più alla riduzione della crescita; il petrolio, che mantiene il primato dei consumi, una lenta e progressiva diminuzione annuale con tono più sostenuto nel 2009 (-7,50% con 73,29Mtep).

Rispetto a questo quadro, spiccano in netta controtendenza le rinnovabili, i cui consumi sono significativamente aumentati in particolare dal 2005 con incrementi annuali anche del 18,8% (bissati in due anni successivi, 2008 e 2009, con consumi nell’ultimo pari a 20,2 Mtep).

Ancora più soddisfacenti i numeri del fotovoltaico. Misurati in termini di potenza installata, i tassi di crescita del settore sono esponenziali marcando cifre travolgenti negli anni 2008 e 2009 (rispettivamente, 112% con 717 MW e 224% con 2.324 MW). Anche se il nuovo 4° conto energia ridurrà il peso degli incentivi a suo favore, il FV sembra sospinto da cause strutturali perduranti nel medio-lungo periodo. Molti dati lo confermano. Ne citiamo soltanto due, tra gli ultimi pubblicati: la grid-parity mai così vicina, ossia il momento in cui sarà più conveniente produrre energia solare da fonte FV che acquistarla in rete (v. Bloomberg new energy finance solar value, n. 6, 2011) e l’onda portante della mole degli investimenti in energie pulite, ingenti nel nostro Paese malgrado quello che genericamente si è portati a pensare (nel ranking specifico G20 del 2009, l’Italia figura all’8° posto in capitale investito con 2,6 mld $ e al 5° per tasso di crescita quinquennale degli investimenti).