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17/05/2012

Giappone: incentivi rinnovabili e addio al nucleare

E’ un cambiamento epocale quello che sta avvenendo in queste settimane in Giappone che lo scorso 5 maggio ha vissuto con sollievo lo spegnimento dell’ultimo dei 54 reattori nucleari presenti sul territorio nazionale.

La chiusura graduale di tutti i reattori è stata ufficialmente giustificata dal Governo con un generico “per questioni di sicurezza” e “per permettere la manutenzione dei reattori”, ma lo stesso Governo non ha ancora stabilito se e quando verranno riaperti gli impianti.

Nel frattempo é attesa in tempi brevi la pubblicazione delle nuove misure di sicurezza a cui dovranno sottostare gli impianti nucleari, (che dovranno rispettare finalmente le linee guida dell’AIEA, Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica), ma la maggioranza dell’opinione pubblica giapponese non si sente comunque tranquilla, mentre le amministrazioni locali che ospitano le centrali nucleari sembrano ormai molto scettiche circa tale fonte energetica.

Fino all’11 marzo 2011, data dell’incidente nucleare di Fukushima, il Giappone dipendeva per il 30% dal nucleare, quota che ha dovuto essere compensata con un maggior utilizzo e una maggior importazione di petrolio (+150%), gas naturale (+25%) e altri combustibili fossili. I costi aggiuntivi, naturalmente, non si sono fatti attendere e il Governo ha chiesto alla popolazione e alle industrie di ridurre i propri consumi energetici del 15% almeno.

Dopo tali cambiamenti il Governo del Sol Levante ha proposto inoltre l’attivazione di un meccanismo incentivante per sostenere lo sviluppo delle rinnovabili con tariffe estremamente interessanti, si parla infatti di 0,406 €/kWh (42 Yen) per il fotovoltaico (+3% rispetto alle tariffe tedesche) e da 0,223 a 0,559 €/kWh per l’eolico.

Se tale programma incentivante verrà approvato si assisterà a uno sviluppo esplosivo del fotovoltaico in primis, ma anche delle altre fonti energetiche alternative come eolico ed idroelettrico. Una conferma circa l’approvazione dei nuovi incentivi si avrà a fine maggio, mentre l’entrata in vigore del nuovo meccanismo è prevista a luglio 2012.


Per quanto riguarda il fotovoltaico, a differenza degli incentivi presenti in paesi come Italia e Germania, in Giappone le tariffe prevedono una classificazione in sole due categorie di impianti:
• sotto i 10 kWp
• sopra i 10 kWp.

Una semplificazione netta voluta dal Ministero dell’Economia giapponese che prevede un’unica tariffa di 0,406 €/kWh (42 Yen), ma una durata pari a 10 anni per gli incentivi a impianti sotto i 10 kWp e di 20 anni per quelli superiori a tale soglia.

Come evidenzia Qualenergia.it “Sul fotovoltaico va detto che l’attuale mercato giapponese da circa 1.300 MW nel 2011 (circa 5.000 MW in totale) con queste nuove tariffe è previsto in grande incremento fin dai prossimi mesi. Per il 2012 la previsione di diversi analisti era di almeno 2 GW, ma con l’entrata in vigore degli incentivi potrebbe essere molto maggiore. Comunque è probabile che ne beneficeranno le industrie nazionali che potrebbero coprire anche l’intera quota di mercato domestico.”

Il fronte dei critici è diviso: c’è chi si dichiara a favore, perché sostiene che i costi per il collegamento e l’utilizzo della rete in Giappone rimangono a carico degli utenti che solo con incentivi così elevati saranno portati ad acquistare un impianto alimentato da fonti rinnovabili, e c’è chi si dichiara contrario, perché tariffe così alte non sono modellabili sui costi reali delle tecnologie impiegate e non permettono di ridurre gli oneri per gli utenti.

Per capire chi ha ragione dovremo comunque aspettare uno/due anni, nel frattempo anche il Giappone, dopo il disastro nucleare di Fukushima, ha iniziato a pensare green.