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20/09/2011

Il fotovoltaico piace agli italiani: ecco i dati

È stato presentato durante Zeroemission Rome 2011 il 5° Rapporto di Ipr-Univerde dal titolo “Gli italiani e il solare” dal quale è emerso che gli italiani approvano l’impiego crescente di energie rinnovabili. Dal rapporto emerge infatti che in Italia il fotovoltaico abbia ottenuto un parere favorevole per il 92% degli intervistati, mentre il 78% conosce il Conto Energia. In crescita anche l’attenzione alla bioedilizia.

Fa notare però il direttore di Ipr Marketing, Antonio Noto, che l’atteggiamento degli italiani non rispecchia esattamente quello della nostra classe politica che non avrebbe ancora colto appieno le grandi potenzialità offerte del settore rinnovabili.

"L’Italia quest’anno è stato il primo Paese al mondo per energia solare installata e il Conto Energia italiano è stato studiato anche dalla California” - ha affermato Alfonso Pecoraro Scanio, presidente della Fondazione UniVerde –  “Molto resta però ancora da fare per favorire questo comparto che, oltre a essere poco compreso da chi ha responsabilità politiche, viene tutelato in modo insufficiente anche da Confindustria, troppo ancorata a logiche vecchie e superate. Per questo motivo lancio provocatoriamente una proposta: la nascita di una Confindustria verde, in grado di rappresentare adeguatamente il mondo della green economy che avanza".

"Il futuro è delle rinnovabili, come emerge anche dagli obiettivi dell’Unione Europea - ha concluso Pecoraro Scanio - Nel Vecchio Continente si punta, infatti, a raggiungere nel 2050 il 90% della produzione di energia dalle rinnovabili. Anche per questo l’Italia deve sempre rimanere fortemente ancorata al contesto europeo".

Dati interessanti sono emersi anche dall’analisi del solare termico che ha fatto registrare numeri importanti sebbene in proporzione inferiore.
Nel solo 2010 infatti il nostro Paese si è attestato al terzo posto a livello europeo per il numero di pannelli solari termici installati con oltre 400.000 metri quadrati  di collettori, numeri in controtendenza rispetto all’andamento del mercato europeo sceso del 14% rispetto all’anno precedente.