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14/05/2012

Solar Energy Report 2012

Il Solar Energy Report (SER) 2012, quarta edizione del documento di analisi dell'industria dell'energia solare (PV, termico e termodinamico) elaborato dall'Energy strategic group del Politecnico di Milano e presentato il 19 aprile scorso, oltre a fornirne una visione di insieme e tendenziale su scala mondiale, fotografa dettagliatamente il momento di transizione che sta vivendo il fotovoltaico italiano.

Passati in rassegna i dati della sua crescita impressionante che ha portato nel quinquiennio 2007-2011 a raggiungere circa 13 GW di potenza fotovoltaica cumulata e in esercizio (328.000 unità di produzione), con una progressione esponenziale culminata lo scorso anno nel primato mondiale di impianti allacciati in rete (9,4 GW), il SER propone l'approfondimento delle criticità e delle sfide che si delineano all'orizzonte per il raggiungimento della stabilizzazione industriale oltre la fase dell'incentivazione feed in tariff.

A partire dal gusto agrodolce dello stesso primato di allacci, ridimensionato a posizione d'onore dietro la Germania, se si considerano gli impianti effettivamente installati nell'anno 2011 (5,65 GW), e che segnala in realtà una fragilità del mercato contraddistinto da turbolenze normative e da un calo del volume d'affari complessivo (14,8 mld €, -31%).

In prossimità del probabile V aggiornamento del Conto energia, mentre questo meccanismo di incentivazione sta comunque per concludere la sua funzione, possono già essere valutati i contributi delle precedenti versioni evidenziando la parte del leone svolta dal Secondo conto energia (più di 7 GW incentivati), con l'onda lunga del decreto Salva Alcoa, in confrontro alla dimensione ridotta della forza concessa alla quasi certa ultima sua edizione (si stima che il V Conto energia possa favorire nel 2012 l'installazione soltanto di 700 MW distribuiti nelle varie fasce di potenza). Le prospettive del 2013 sono pertanto di una forte contrazione del mercato del nuovo installato, sia nello scenario realistico dell'introduzione del V Conto energia (1,5 GW, -18% e -73% rispettivamente su 2012 e 2011) sia in quello estremo della definitiva assenza di una tariffa incentivante (560 MW, -69% e -90% rispettivamente su 2012 e 2011), condizione resa ancor più critica dalle riduzioni perduranti delle marginalità industriali degli operatori lungo la filiera del fotovoltaico.

A dispetto di queste premesse apparentemente a tinte fosche, molti fattori positivi prefigurano tuttavia in modo chiaro per il settore PV nazionale un futuro a medio-lungo termine dinamico, stabilizzato e autonomo (cioè libero dai vincoli degli incentivi):

  • la grid-parity, valutata attraverso il calcolo del tasso di rendimento interno dei progetti (IRR), ormai raggiunta per alcune applicazioni nel Sud Italia (per es. impianti residenziali da 3kW e a uso commerciale e piccolo industriale da 200 kW in regime di scambio sul posto) e non lontana in generale considerando anche la riduzione perdurante del prezzo dei componenti per la produzione (-31% in media sulle diverse tecnologie) e il loro miglioramento atteso in efficienza (nel 2014, 13,4%, 14,6%, 16,1%, 16,5%, rispettivamente per i moduli CdTe, CIS, silicio policrostallino, silicio monocristallino);
  • l'arricchimento della filiera attraverso lo sviluppo sia dell'integrazione negli impianti di sistemi di accumulo smart per gestire in modo “intelligente” produzione, consumo e immissione, data la necessità di contribuire alla riduzione delle criticità della rete elettrica nazionale, sia di attività di Operation, Management & Improvement per l'ottimizzazione dell'efficienza e la valorizzazione dei parchi fotovoltaici;
  • l'incremento della catena del valore attraverso le potenzialità del riciclo dei moduli fotovoltaici, peraltro associato alla crescita del mercato di sostituzione degli impianti.

 

Infine dal SER emerge un aspetto tutt'altro che secondario e mai sufficientemente evidenziato nel dibattito acceso e spesso interessato sui costi per lo Stato del sistema di incentivazione del fotovoltaico. Le entrate fiscali generate durante vita utile degli impianti, in termini di IRES, IRAP, IVA, ICI/IMU, corrispondono a circa un terzo degli incentivi erogati. Facendo riferimento agli impianti entrati in esercizio nel 2011, su una vita utile di 20 anni, il loro gettito fiscale equivale a 21 mld € contro un costo degli incentivi di 74 mld €.