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30/04/2006

SOLARE TERMICO: regolamenti edilizi comunali e “Operazione 10”

Anche il solare termico è stato protagonista della sezione convegnistica di Solarexpo 2006, con una speciale attenzione alle politiche nazionali e locali necessarie alla diffusione di questa tecnologia nel nostro paese. In particolare la conferenza del 28 aprile, dal titolo “Il solare termico e la nuova edilizia”, ha messo al centro del dibattito l'inserimento di questi impianti negli edifici. 

Ai 400 partecipanti è stato fornito un ampio quadro delle legislazioni oggi in itinere che  potrebbero rendere più efficace lo sviluppo del settore, partendo dalla proposta di una Direttiva Europea per la produzione di energia termica da fonti rinnovabili (quindi anche da solare termico). La Direttiva dovrebbe essere preparata dalla Commissione entro quest'anno e aggiungersi così a quella sull'elettricità del 2001 ormai recepita dai paesi membri dell'UE.

In Europa solo per la produzione di calore viene utilizzato quasi il 50% del fabbisogno di energia primaria. La geotermia, l’energia solare e la biomassa sono in grado di sostituire grandi quantità di combustibili fossili, riducendo nel contempo le emissioni climalteranti e, in molte applicazioni l’uso di energia elettrica. Attualmente l’enorme potenziale di queste fonti rinnovabili nell’ambito del riscaldamento e del condizionamento non viene sfruttato ancora in modo adeguato e in quantità significative. La Direttiva europea dovrebbe quindi richiedere di incrementare nell'UE la quota delle fonti rinnovabili nel settore del riscaldamento e del raffreddamento, portandola dall'attuale 10% al 20-25% nel 2020, con l’obiettivo di contribuire così alla sicurezza dell'approvvigionamento energetico europeo e di diminuire la dipendenza dell'Europa da petrolio e gas.

Alcune nuove strategie per lo sviluppo del settore hanno preso piede in Spagna e Francia, due paesi che hanno avuto, almeno fino a soli due anni fa, un mercato del solare molto simile al nostro. Queste esperienze, come ha detto Riccardo Battisti dell'Assolterm (l'associazione italiana del solare termico), potrebbero essere riproducibili anche nel nostro paese.
La Spagna, ad esempio, ha visto il moltiplicarsi dei regolamenti edilizi comunali che obbligano l'inserimento dei sistemi solari termici sulle nuove costruzioni e in quelle che sono soggette a ristrutturazioni straordinarie (vedi Ordinanza di Barcellona). Almeno 40 città spagnole hanno preso l'esempio della città catalana e nel mese di marzo, il Governo ha approvato il nuovo regolamento edilizio (Codigo Tecnico de la Edificacion - CTE) che prevede, tra l’altro, l’obbligatorietà su tutto il territorio nazionale degli impianti solari per tutti i nuovi edifici e quelli ristrutturati. Battisti ha spiegato che la nuova disciplina spagnola stabilisce, ad esempio, un obbligo di copertura dei fabbisogni di acqua calda con il solare termico per una quota che va dal 30 al 70%.

La variabilità della frazione solare dipende da differenti parametri, come il volume del fabbisogno di acqua e la posizione geografica dell’edificio. Altro esempio interessante viene dalla Francia, che ha definito un vero e proprio piano nazionale (Plain Soleil) che utilizza come incentivo un credito di imposta del 40% da sfruttare già nel primo anno di vita dell'impianto (non in 10 anni come è per noi in Italia con la detrazione fiscale). Anche qui il mercato ha avuto da subito un'esplosione, con un incremento del 100% delle installazioni annuali (110.000 m2), coadiuvato anche dalla nascita di un marchio di qualità dell'impianto.

Sergio Zabot della Provincia di Milano ha illustrato l'adozione di nuovi regolamenti edilizi in quasi una decina di comuni del milanese (altri sono in procinto di farlo) per un'edilizia a basso consumo e per l'installazione obbligatoria del solare termico sui nuovi edifici.

Mario Gamberale del Kyoto Club sul fronte della solarizzazione degli edifici pubblici ha illustrato una interessante iniziativa denominata: “Operazione 10”. Esso intende far applicare quanto indicato dalla legge 10/1991, secondo cui questa e altre tecnologie rinnovabili sarebbero obbligatorie per gli edifici pubblici e ad uso pubblico nuovi o ristrutturati, con la specificazione che il rientro economico deve essere inferiore agli 8 anni (10 per i Comuni con più di 50 mila abitanti). Si ritiene che negli ultimi 10 anni la mancata attuazione di queste disposizioni avrebbe ridotto il mercato del solare termico di circa 1-1,2 milioni di m2 di collettori.

In conclusione va ricordato che il settore solare termico italiano, sebbene abbia registrato una buona crescita in questi ultimi 5 anni con un installato annuale di circa 55-60 mila m2, è ancora troppo lontano dall'obiettivo fissato dal Libro Bianco di 3 milioni di m2 di collettori solari entro il 2010.