19/06/2003
Una critica alle politiche per le rinnovabili nei Paesi OCSE
Nel corso della recente Fiera SUSTAIN svoltasi ad Amsterdam dal 13 al 15 maggio 2003, Gerald Doucet, il segretario generale del World Energy Council (WEC) è stato molto critico sulle politiche per le rinnovabili attivate nei paesi industrializzati, affermando che “[questi paesi] conoscono molto bene come definire ambiziosi obiettivi, ma non sanno come raggiungerli”.
La WEC, in generale, rigetta ogni forma di sussidio dal lato della produzione per ogni fonte energetica, poiché, come dice il suo segretario, “se i costi totali dell’energia non sono riflessi nei prezzi, gli scopi della riforma del mercato dell’energia potrebbero essere ottenuti solo a macchia di leopardo”. Egli ha detto nel corso dell’evento di Amsterdam, che le interferenze governative nei mercati dell’energia possono rilevarsi molto costose, come nel caso della Germania che spende 3 miliardi di euro all’anno per il carbone e 2,5 miliardi di euro all’anno per le rinnovabili e la cogenerazione. Sebbene questi sostegni possono essere giustificati per accelerare lo sviluppo di queste fonti, in alcuni casi, hanno un effetto completamente opposto; infatti, secondo Doucet, rimuovendo le pressioni competitive possono rallentare ulteriormente lo sviluppo delle tecnologie rinnovabili. Il segretario del WEC dice che non esistono specifici modelli di regolamentazione per una lenta penetrazione delle rinnovabili nel mercato dell’energia, ma alcune tecniche possono essere di aiuto come i certificati verdi, le tariffe verdi, incentivi alla ricerca & sviluppo; tuttavia Doucet ritiene che queste iniziative condurranno ad un aumento dei prezzi dell’energia, specialmente nei paesi OCSE e i governi dovrebbero avvertire di questo i loro cittadini, cosa che attualmente non fanno.
Va comunque ricordato che gli incentivi alle energie pulite, oltre ad essere nettamente inferiori ad ogni altra fonte fossile, sono sempre “palesi” diversamente da quanto accade per le energie convenzionali. Inoltre, non ricordiamo nessuna fonte o tecnologia energetica che nel suo “stato nascente” non abbia ricevuto sussidi alla produzione molto significativi ed utili per il suo completo decollo.
La WEC, in generale, rigetta ogni forma di sussidio dal lato della produzione per ogni fonte energetica, poiché, come dice il suo segretario, “se i costi totali dell’energia non sono riflessi nei prezzi, gli scopi della riforma del mercato dell’energia potrebbero essere ottenuti solo a macchia di leopardo”. Egli ha detto nel corso dell’evento di Amsterdam, che le interferenze governative nei mercati dell’energia possono rilevarsi molto costose, come nel caso della Germania che spende 3 miliardi di euro all’anno per il carbone e 2,5 miliardi di euro all’anno per le rinnovabili e la cogenerazione. Sebbene questi sostegni possono essere giustificati per accelerare lo sviluppo di queste fonti, in alcuni casi, hanno un effetto completamente opposto; infatti, secondo Doucet, rimuovendo le pressioni competitive possono rallentare ulteriormente lo sviluppo delle tecnologie rinnovabili. Il segretario del WEC dice che non esistono specifici modelli di regolamentazione per una lenta penetrazione delle rinnovabili nel mercato dell’energia, ma alcune tecniche possono essere di aiuto come i certificati verdi, le tariffe verdi, incentivi alla ricerca & sviluppo; tuttavia Doucet ritiene che queste iniziative condurranno ad un aumento dei prezzi dell’energia, specialmente nei paesi OCSE e i governi dovrebbero avvertire di questo i loro cittadini, cosa che attualmente non fanno.
Va comunque ricordato che gli incentivi alle energie pulite, oltre ad essere nettamente inferiori ad ogni altra fonte fossile, sono sempre “palesi” diversamente da quanto accade per le energie convenzionali. Inoltre, non ricordiamo nessuna fonte o tecnologia energetica che nel suo “stato nascente” non abbia ricevuto sussidi alla produzione molto significativi ed utili per il suo completo decollo.