
26/04/2005
25% dei fabbisogni di calore e freddo da rinnovabili entro il 2020
Oltre 40 organizzazioni europee di 19 differenti paesi chiedono con una dichiarazione congiunta una Direttiva dell’Unione europea affinché venga promossa la produzione di calore e di freddo attraverso l’utilizzo di fonti rinnovabili, in particolare solare termico, pompe di calore geotermiche ed energia da biomassa.
L’iniziativa è stata presa dalla European Renewable Energy Council (EREC) per coprire un terreno legislativo ed un settore ancora fortemente trascurato.
Finora l’Europa - ha detto Ole Pilgaard, membro dell’EREC e Presidente della European Solar Thermal Industry Federation (ESTIF) - si è mossa solamente a favore dello sviluppo delle tecnologie per la produzione di elettricità da rinnovabili”, tuttavia – prosegue Pilgard – per un pieno sviluppo del potenziale delle rinnovabili, è necessaria una chiara e coerente azione legislativa nel campo della produzione del calore e del raffrescamento.
Almeno il 50% dei consumi finali di energia in Europa è richiesto per i fabbisogni termici degli edifici, per il riscaldamento domestico dell’acqua e per il calore nei processi industriali, ma nessuna legislazione a livello europeo è stata mai messa in piedi per incrementare la quota delle rinnovabili necessaria a tali scopi.
Ma le rinnovabili hanno un potenziale di crescita enorme in questo campo e potranno rimpiazzare una quota molto elevata di fonti fossili ed elettricità attualmente utilizzata a scopi termici.
Inoltre, negli ultimi anni il consumo di energia per il raffrescamento e la produzione di freddo è cresciuto notevolmente, tanto che il picco dei consumi elettrici proprio per questo motivo si sta spostando dall’inverno all’estate, mettendo in pericolo la stabilità delle reti.
La tecnologia solare termica per il raffrescamento degli ambienti, ad esempio, è già applicata e molto promettente, anche perché questa tipologia di consumi coincide proprio con il picco della radiazione solare.
Lo sviluppo di questo settore non è solo necessario per contribuire agli obiettivi dell’Unione Europea nel settore delle rinnovabili, ma soprattutto per contribuire alla riduzione delle importazioni di energia, alla riduzione dei gas serra e alla creazione di posti di lavoro sostenibili.
A questo scopo si ritiene necessaria una Direttiva che preveda un obiettivo globale vincolante del 25% al 2020 per la produzione di calore e raffrescamento da fonti rinnovabili. Un obiettivo, da stabilire con pesi differenti per i paesi membri, che permetterebbe di mettere in moto un’azione in grado anche di tagliare le emissioni di CO2 oltre gli obiettivi fissati al 2012 dal Protocollo di Kyoto.
La Direttiva dovrà prevedere anche un quadro legislativo per la promozione di specifici meccanismi di penetrazione delle tecnologie per i paesi membri, la rimozione delle barriere amministrative, l’attivazione di comuni procedure statistiche e l’incremento della consapevolezza verso il grande pubblico di queste tecnologie.