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30/06/2005

Rinnovabili: Italia potenzialmente quinta al mondo

Secondo la società di consulenza internazionale Ernst & Yount, l'Italia si colloca nelle prime posizioni anche nelle classifiche sulle singole fonti rinnovabili: è al quinto posto per l'energia eolica, terza nella classifica dell’energia solare. L'Italia è al quinto posto nella classifica mondiale dei paesi che offrono un “ambiente” più favorevole allo sviluppo delle energie rinnovabili secondo lo studio "Renewable Energy Country Attractiveness Indices" realizzato dalla società di consulenza per aziende Ernst & Young.

"Analizzando le caratteristiche del mercato dell'energia in Italia sono stati individuati alcuni fattori positivi, come un crescente e incoraggiante interesse degli operatori sul fronte geotermico ed eolico, nonché un sempre maggiore impegno del governo", ha detto Stefano Dionisio, uno dei responsabili della ricerca di Ernst & Young.


La ricerca ha preso in considerazione, oltre la struttura dei mercati nazionali, anche la presenza di infrastrutture e la possibilità del loro sfruttamento ad uso dei vari tipi di fonti. Con questi dati è stato quindi costruito un indice sul quale è stata stilata la classifica mondiale.

Spagna e Inghilterra hanno conquistato le prime due posizioni, confermando i risultati delle due precedenti edizioni dello studio. L'Italia, invece, quinta dopo gli Stati Uniti e Germania, ha guadagnato una posizione rispetto al 2004, raggiungendo il Portogallo. L'Italia, inoltre, si colloca nelle prime posizioni anche nelle classifiche sulle singole fonti energetiche rinnovabili: è al quinto posto per quanto riguarda l'energia eolica, terza nella classifica relativa all'energia solare.


Lo studio ha individuato un significativo miglioramento della posizione della Cina, in cui l'impegno della classe imprenditoriale e alcune iniziative governative hanno reso il paese più incline all'uso delle energie rinnovabili.


Se non abbiamo dubbi in merito al potenziale delle rinnovabili nel nostro paese, più di qualche incertezza resta sul reale coinvolgimento dei nostri governi, oltre al fatto che va ricordato anche lo scarso impegno per questo settore in molte realtà locali. Insomma la strada da percorrere è ancora lunga.